Acustica

Problemi

La percezione del rumore come disturbo

L’esposizione ad un eccessivo inquinamento acustico può provocare disturbi alla salute psico-fisica dell’individuo. La legge n. 447/1995 art. 2 fornisce una corretta e comprensibile definizione di inquinamento acustico: “l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le normali funzioni degli ambienti stessi”. Nel caso dei disturbi acustici legati alla residenza in un’abitazione, distinguiamo quelli che sono i rumori provenienti dall’esterno dell’edifico e più propriamente legati all’inquinamento acustico (traffico da auto, treni, aerei; attività commerciali, ristoranti, bar, etc.), dai rumori generati all’interno dell’abitazione come ad esempio: gli elettrodomestici, il calpestio, i climatizzatori e ventilconvettori, l’impianto idraulico, l’ascensore, tutti i comportamenti eccessivi dei vicini (urla, schiamazzi, musica e suoni ad alto volume).

Quando i rumori provengono dal bagno

La salvaguardia del nostro benessere all’interno degli ambienti abitativi, di lavoro o di svago, oppure all’interno di ambienti pubblici e ricettivi, è tutelata da un quadro normativo in Italia che trova applicazione attraverso il DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) 5/12/1997 sui “Requisiti acustici passivi degli edifici”. Attraverso tale dispositivo di legge, nella costruzione o ristrutturazione di ogni edificio sul territorio italiano, debbono essere rispettati una serie di requisiti, che limitano l’esposizione degli inquilini al rumore. Nel caso degli “impianti discontinui” (così vengono definiti gli impianti idrotermosanitari all’interno del DPCM5/12/1997) non deve essere mai superato, qualsiasi sia la destinazione d’uso dell’edifico, il limite massimo di 35 decibel, rilevato nell’ambiente disturbato.

Come mai è accresciuta l’intollerabilità dei rumori da impianto?

Ridurre l’esposizione umana al rumore rappresenta un elemento fondamentale per la qualità dell’abitare ed un requisito igienico-sanitario dell’edificio che, alla luce delle norme in materia acustica, non è più una questione soggettiva legata alle differenti sensibilità e percezione del singolo individuo, bensì un valore tangibile e determinante per il benessere abitativo. Considerando oggi -nelle costruzioni moderne- un adeguato isolamento acustico dell’involucro di un edificio (ottenuto in abbinamento all’isolamento termico imposto dal D.Lgs 311/06), tendenzialmente quando si registrano le fonti di energia sonora all’interno di un’abitazione, si riscontrano bassi livelli di rumori di fondo. Ciò accentua la nostra sensibilità e -soprattutto nelle ore più tranquille- la percezione dei rumori interni all’abitazione diventa più significativa e, per certi aspetti, meno tollerabile. Ciò comporta una maggiore suscettibilità al disturbo con il conseguente degrado del livello di comfort. Tra gli elementi che maggiormente procurano questi disturbi vi sono gli impianti di scarico: tubazioni, apparecchi sanitari, cassette di risciacquo WC, sifoni.

Le dinamiche di trasmissione del rumore

Conoscendo i principi della fisica acustica ed il comportamento dei materiali in relazione alle dinamiche di trasmissione del rumore è possibile scegliere le soluzioni più efficaci ai fini dell’insonorizzazione. Adottare soluzioni appropriate non significa soltanto raggiungere risultati di isolamento acustico che siano conformi al DPCM 5/12/1997 sui requisiti acustici passivi degli edifici, ma può voler dire «ottenere risultati adeguati al comfort abitativo desiderato» dagli inquilini dell’abitazione. Secondo i principi di trasmissione dell’energia sonora, il rumore ha due differenti componenti, l’una diretta e l’altra indiretta. Nel caso di un rumore determinato da impatto o urto, si propaga una vibrazione per VIA SOLIDO (componente diretta) e per limitare la trasmissione è necessario utilizzare materiali morbidi, flessibili, atti a dissipare l’energia vibrante (meccanismo di “massa/molla/massa). Il rumore, invece, che si trasmette sotto forma di onda sonora per VIA AEREA (componente indiretta) può essere attenuato attraverso l’adozione di misure di sicurezza negli elementi costruttivi (aumento della massa o dello spessore dei materiali) oppure attraverso la riduzione del livello di pressione sonora (assorbimento acustico con prodotti specifici).

Norme

Legge quadro n. 447 del 1995

Il concetto di requisito acustico è stato introdotto in forma generale in Italia con la legge quadro sull’inquinamento acustico n. 447 del 30 ottobre 1995 che, affidando a successivi decreti, leggi e provvedimenti l’attuazione delle prescrizioni, individua innanzitutto la figura del tecnico competente in acustica, quindi le modalità di certificazione delle caratteristiche acustiche dei prodotti e di progettazione delle costruzioni, ed infine indica come realizzare la classificazione del territorio ai fini acustici ed i metodi di controllo e di autorizzazione per edificare.

Il DPCM 5/12/1997 sui requisiti acustici passivi degli edifici

Il Decreto attuativo alla legge n. 447 sull’inquinamento acustico viene emanato dal Presidente del Consiglio dei Ministri il 5 dicembre 1997 stabilendo i requisiti acustici passivi degli edifici e al tempo stesso classificandone le categorie di destinazione d’uso secondo la TABELLA A come pubblicato nel DPCM 5/12/1997.

 

Il DPCM 5/12/1997 attraverso la TABELLA B stabilisce l’isolamento acustico che devono garantire pareti divisorie e facciate, il livello del rumore da calpestio dei solai ed il massimo rumore ammesso per gli impianti operanti all’interno dell’edificio, suddivisi a loro volta in base al funzionamento continuo (caldaie, condizionatori, etc.) o discontinuo (ascensori, impianti idrotermosanitari e scarichi). I limiti del decreto sono imposti in opera, quindi è indispensabile tenere in considerazione le reali prestazioni dei prodotti utilizzati, gli effetti derivanti dal loro inserimento nel particolare contesto edilizio e soprattutto l’accuratezza della posa che può essere determinante per il risultato finale

Rilievo Acustico Classificazione UNI Acustica Bampi
La classificazione acustica degli edifici secondo UNI 11367

Un passo importante verso la qualità acustica degli edifici come ulteriore criterio di valutazione del mercato immobiliare è stato fatto con la pubblicazione, in data 22 luglio 2010, della Norma Tecnica UNI 11367 per la classificazione acustica. In sostanza, al termine dei lavori di costruzione il tecnico competente in acustica esegue un’ampia serie di misurazioni in opera certificando la classe di appartenenza di ognuno dei 5 descrittori di controllo del requisito acustico, indipendentemente dalla destinazione d’uso dell’edificio. La media ponderata dei valori riferiti ai cinque descrittori rilevati in opera, stabilirà la classe definitiva dell’unità abitativa che, nel caso della UNI 11367 è suddivisa in 4 classi di appartenenza.

Gli effetti della classificazione acustica

Con l’applicazione della UNI 11367 acquista maggiore peso il concetto secondo il quale: “Per raggiungere i migliori risultati è indispensabile un attento controllo di tutte le fasi che convergono nel processo realizzativo: la progettazione, l’esecuzione dei lavori, la posa in opera dei materiali, la direzione lavori, le eventuali verifiche in corso d’opera”. In questo modo la classe acustica diventa un elemento tangibile di certificazione obiettiva e valutazione economica dell’immobile a tutela dell’acquirente, nonché a vantaggio delle imprese di costruzione, dei progettisti e delle aziende produttrici che investono in qualità. C’è da sottolineare che l’applicazione della norma tecnica UNI 11367 sulla classificazione acustica degli edifici, resta un’azione facoltativa e non obbligatoria. Quindi, in molti casi, là dove non proposta dal costruttore, deve essere richiesta dalla committenza o dagli acquirenti dell’immobile. Come si potrà notare, nella TABELLA UNI 11367 nella quale sono rappresentati i valori di determinazione della classe acustica, la CLASSE III è quella considerata come classe con “qualità base” perché avvicinabile ai valori stabiliti dal DPCM 5/12/1997 attualmente vigenti e da rispettare per legge in Italia.

Tabella UNI Valori Decibel Classe Acustica Bampi
Come la legge italiana tutela i diritti del compratore di un immobile

Il rispetto del requisito acustico di un edificio è stabilito per legge dal DPCM 5/12/1997 e ad esso è strettamente legata l’idoneità del bene immobiliare. Il mancato rispetto di tale requisito implica un difetto, un vizio dell’immobile che ne pregiudica il suo valore o il suo utilizzo.

Rapporto tra venditore e compratore (Art. 1490 cc)

L’art. 1490 del codice civile stabilisce che il venditore è tenuto a garantire che la cosa venduta sia immune da vizi che la rendano inidonea all’uso a cui è destinata o ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore. In presenza di vizi il compratore può domandare a sua scelta la risoluzione del contratto (cioè lo scioglimento del contratto con la restituzione di quanto pagato) ovvero la riduzione del prezzo. Il compratore, perde il diritto alla garanzia, se non denunzia i vizi al venditore entro 8 giorni dalla scoperta, salvo il diverso termine stabilito dalle parti. La denunzia, tuttavia, non è necessaria se il venditore ha riconosciuto l’esistenza del vizio o l’ha occultato. L’azione si prescrive, in ogni caso, in 1 anno dalla consegna del bene acquistato (Art. 1495 c.c.).

Rapporto tra compratore e più soggetti (Art. 1669 cc)

Il vizio acustico rientra tra i gravi difetti dell’immobile in quanto pregiudica in modo sensibile il godimento e l’utilizzazione dell’abitazione. Conseguentemente, incide sulla funzione propria del bene (Cassazione 27 gennaio 2012 n. 1190). Tale situazione è regolata dall’art.1669 c.c. La norma prevede che se l’immobile presenta “gravi difetti, l’appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro 1 anno dalla scoperta”. A tal proposito si veda la sentenza del Tribunale di Milano del 13 novembre 2015, n. 12818; una sentenza che ha ribadito che i difetti dovuti ad un inadeguato isolamento acustico sono riconducibili ai gravi difetti costruttivi di cui all’art. 1669. Nel caso dell’Art. 1669 cc la garanzia sul bene immobiliare si estende a 10 anni dalla consegna del bene. L’articolo è invocabile anche contro il costruttore-venditore, il progettista ed il direttore lavori.

Il DM (Decreto Ministeriale) N° 37 del 22/01/2008: la dichiarazione di conformità della progettazione e posa di un impianto idrotermosanitario

La conformità di un impianto idrotermosanitario è subordinata al rispetto della legge vigente in materia di rispetto del requisito acustico secondo DPCM 5/12/1997. La dichiarazione di conformità di un impianto idraulico deve essere redatta nel rispetto del Decreto del Ministero dello sviluppo economico 22 gennaio 2008, n. 37 – Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera A della legge n. 248 del 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 61 il 12 marzo 2008). Il decreto si applica agli impianti posti al servizio degli edifici, indipendentemente dalla destinazione d’uso, collocati all’interno degli stessi o delle relative pertinenze. Al termine dei lavori, previa effettuazione delle verifiche previste dalla normativa vigente, comprese quelle di funzionalità dell’impianto idraulico, l’impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati nel rispetto delle norme di cui all’articolo 6 del D.M. 37 del 22/01/2008. Di tale dichiarazione, debbono fare parte integrante la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati, nonché il progetto di cui all’articolo 5 del D.M. 37 del 22/01/2008.

Regole

Tenuto conto che tra gli elementi di un impianto idrotermosanitario che maggiormente procurano fastidiosi disturbi acustici vi sono le tubazioni di scarico, gli apparecchi sanitari, le cassette di risciacquo WC, i sifoni, diventa imprescindibile conoscere le regole di una corretta progettazione e posa dei sistemi di scarico.

I fondamentali di un silenzioso e funzionale impianto di scarico

Un impianto di scarico può essere definito come il sistema composto da tubazioni, raccordi ed altri componenti destinati al deflusso per gravità delle acque usate derivanti dai servizi sanitari (bagni, cucine, lavanderie, etc.) e da apparecchi industriali e di laboratorio. Per assicurare un’efficace evacuazione dei reflui, senza sgradevoli effetti acustici, riflussi e diffusione in ambiente di esalazioni maleodoranti, è molto importante curare la progettazione e la realizzazione del sistema di scarico valutando alcuni fattori fondamentali:

  • la quantità scaricata,
  • la contemporaneità di utilizzo degli apparecchi sanitari,
  • la portata massima delle tubazioni,
  • la velocità di scorrimento,
  • il necessario afflusso di aria ai condotti per evitare fenomeni di pressione e depressione.
Dimensionamento Progettazione Impianto Scarico Acustica Bampi

Tutte le indicazioni tecniche divulgate da Bampi attraverso i MANUALI di PROGETTAZIONE E POSA dei sistemi di scarico, prendono spunto dalla norma UNI EN 12056:2001 e vanno intese come guida orientativa per un dimensionamento di massima dell’impianto in Italia ed in gran parte della Comunità Europea.

Tenuto conto dell’osservanza della norma UNI EN 12056:2001 per la corretta progettazione del sistema di scarico, si debbono raggiungere risultati prestazionali che garantiscano un adeguato comfort abitativo all’interno dell’abitazione. Dimensionare, progettare ed installare con cura e a regola d’arte l’impianto di scarico, significa garantirne il corretto funzionamento, cosa non banale, favorendo le condizioni per evitare tutta una serie di problemi ben noti agli inquilini, come ad esempio:

  • rumori di scorrimento dei reflui;
  • effetti di gorgoglio determinati dallo svuotamento dei sifoni;
  • esalazioni maleodoranti;
  • effetti di rallentamento del deflusso nelle pilette;
  • rumori di riempimento delle cassette di risciacquo wc;
  • effetti di pressione nei sanitari.

Una puntuale e scrupolosa progettazione deve necessariamente essere seguita da una attenta scelta dei materiali all’interno di un «sistema impianto». Il successivo processo di «direzione lavori» dovrà garantire il controllo della corretta posa degli impianti. Nonostante relazioni previsionali, soprattutto in ambito acustico, è essenziale che i «nodi delicati» dell’impianto di scarico siano trattati con la massima attenzione in fase di posa per evitare fastidiose ed irreparabili difformità.

Soluzioni

Come risolvere i disturbi acustici dell’impianto di scarico

Per evitare in partenza i problemi idraulici ed acustici che possono caratterizzare negativamente il funzionamento del sistema di scarico è necessario conoscerne i componenti, le regole di progettazione e le accortezze da seguire scrupolosamente nella fase di messa in opera. Soltanto conoscendo il comportamento e le caratteristiche di funzionamento dei vari componenti del sistema di scarico, sarà possibile scegliere le soluzioni più adatte e performanti acusticamente.

Come funziona un impianto di scarico

L’impianto di scarico raccoglie i reflui delle utenze tramite gli apparecchi sanitari e, con le diramazioni orizzontali generalmente transitanti all’interno dei solai, li evacua prima verso la colonna verticale e poi verso l’allacciamento fognario per lo smaltimento definitivo tramite il collettore orizzontale posto alla base dell’edificio. Dato che il deflusso avviene per semplice gravità è indispensabile posizionare le tubazioni orizzontali con le dovute pendenze e garantire la necessaria ventilazione dell’impianto per evitare fenomeni di depressione e lasciare inalterato il livello di acqua all’interno dei sifoni.

Fondamentali Corretto Sistema Scarico Acustica Bampi
Tipologie di rumore in un impianto di scarico

Le attenzioni fondamentali in materia di isolamento acustico devono concentrarsi su alcuni componenti dell’impianto di scarico: la tazza del water, la cassetta di risciacquo wc, i sifoni degli apparecchi sanitari e la colonna verticale. Questi elementi possono risultare fonti particolarmente fastidiose di rumore sulle quali bisogna intervenire nelle fasi di scelta dei materiali e di posa in opera:

Rumore Scarico WC Acustica Bampi
Rumore da scarico wc

Azionando la cassetta di risciacquo entrano nel wc (a seconda della taratura di portata del fabbricante della cassetta di risciacquo wc) dai 9 ai 3 litri di acqua in un tempo oscillante tra i 3 e i 5 secondi: questa operazione, necessaria per la pulizia, determina un rumore aereo particolarmente intenso e fastidioso, seppure breve, che la tazza del water tende ad amplificare all’interno del locale di servizio come una sorta di megafono, mentre la trasmissione diretta delle vibrazioni si propaga rapidamente per contatto tramite il rivestimento in ceramica di pavimento e pareti.
Le soluzioni Bampi per evitare il rumore da scarico wc sono:

FONOdBAM Guaina desolidarizzante per impianti di scarico
FONECOdBAM Lastra fonoimpedente per impianti di scarico

Rumore Carico WC Acustica Bampi
Rumore da carico wc

Una volta espulso il suo contenuto d’acqua la cassetta di risciacquo impiega circa un minuto per ricaricarsi: questa fase si manifesta inizialmente con il rumore turbolento di caduta dell’acqua nel fondo della cassetta ed in seguito con un sibilo d’intensità costante che dura fino al termine del riempimento.
Le soluzioni Bampi per evitare il rumore da carico wc sono:

BSILENT Cassetta di risciacquo wc insonorizzata incasso parete
VELA Lastra fonoimpedente per impianti di scarico
MAGNETIC Galleggiante insonorizzato universale
MAGIK Galleggiante insonorizzato universale

Rumore Depressione Gorgoglio Acustica Bampi
Rumore da depressione

Durante la fase di utilizzo degli apparecchi sanitari, ed in particolar modo quando si risciacqua il wc, l’aria risucchiata dai sifoni più vicini al solaio (doccia, vasca o bidet) provoca una sorta di gorgoglio che, nei casi peggiori, viene immediatamente seguito da un ritorno di esalazioni maleodoranti all’interno del locale. L’effetto acustico del “gorgoglio” si percepisce sovente anche quando è in funzione la fase di scarico degli elettrodomestici (lavatrice o lavastoviglie) allacciati direttamente ad un lavandino o lavello.
Le soluzioni Bampi per evitare il rumore da depressione sono:

BAMVENT-110 Valvola di aerazione per colonna di scarico
BAMVENT-50 Valvola di aerazione per utenze sanitarie

Rumore Scorrimento Scarico Acustica Bampi
Rumore da scorrimento

I reflui provenienti dalle diramazioni orizzontali, raggiunta la colonna verticale di scarico, iniziano a scendere acquistando velocità e lo scorrimento si manifesta verso i locali ospitanti l’impianto sotto forma prima di scroscio e poi di gocciolamento. Le soluzioni Bampi per evitare il rumore da scorrimento sono:

POLO-KAL 3S Sistema di scarico insonorizzato altamente performante
POLO-KAL XS Sistema di scarico insonorizzato di ultima generazione
POLO-KAL NG Sistema di scarico insonorizzato multifunzione
ULTRA-SILENT Sistema di scarico insonorizzato e rinforzato
POLO-CLIP HS Collare insonorizzato per l’ancoraggio delle colonne di scarico

Clima

Problemi

Climatizzare in modo uniforme, equilibrato e salubre un ambiente, è un obiettivo assolutamente da raggiungere se si vuole parlare di benessere. E se al benessere associamo la soggettiva percezione che ogni individuo ha quando desidera caldo nella stagione invernale e quando desidera fresco nella stagione estiva, comprendiamo quanto possa essere determinante compiere scelte ponderate e consapevoli. Scelte che, nel caso di un impianto di riscaldamento, tendenzialmente possono incontrare 3 opzioni tecniche: i termosifoni o radiatori, il radiante (a pavimento, parete o a soffitto) i ventilconvettori.

Cose da evitare o limitare

Se la percezione di benessere è un principio soggettivo, quali sono gli aspetti oggettivi che possiamo classificare tra i più negativi e da evitare nel riscaldare o raffrescare un ambiente abitativo? Senza entrare troppo in un’analisi approfondita, possiamo elencarne i più riconosciuti:

  • Consumo energetico eccessivo
  • Moti convettivi di polvere
  • Secchezza delle vie respiratorie
  • Distribuzione disomogenea del caldo o del fresco
  • Limiti nell’arredo degli ambienti
  • Difficoltà di controllo e gestione
  • Costi di funzionamento e mantenimento
La comparazione tra termosifoni e sistema radiante

Un sistema con termosifoni si basa sul principio della trasmissione del calore per convezione e in parte per irraggiamento. I termosifoni o radiatori a parete emettono “onde calde” verso l’ambiente circostante, tramite la loro particolare forma che favorisce lo scorrimento dell’aria al loro interno. Per poter scaldare l’aria in questo modo serve una certa differenza di temperatura tra l’aria ambiente e quella del termosifone. L’acqua all’interno dei termosifoni dovrà avere una temperatura di almeno 70°C, in modo che il termosifone riesca adeguatamente a cedere calore all’aria, la quale a sua volta deve essere messa in movimento per distribuirsi negli ambienti. Il movimento dell’aria porta inevitabilmente anche al movimento della polvere.

Quando, invece, si vive in una casa con un impianto di riscaldamento realizzato con un sistema radiante si ottiene un effetto completamente diverso, ossia un benessere senza scaldare eccessivamente l’aria! Per comprendere questo, basta fare un confronto. Rispetto alla percezione di calore del corpo, con un impianto radiante, alla temperatura di 17-18°C si ottiene lo stesso comfort pari a quello raggiungibile con un impianto tradizionale a 22°-23°C.

L’importanza della corretta diagnosi sull’edificio

Prima di scegliere un sistema di riscaldamento e raffrescamento è necessario conoscere e studiare le caratteristiche dell’edificio, sia per una nuova costruzione edilizia (situazione più favorevole) sia in un intervento di ristrutturazione (situazione a volte più complessa ma vantaggiosa dal punto di vista degli incentivi fiscali). È di fondamentale importanza studiare l’impianto termico in concomitanza con la struttura edilizia, per evitare spiacevoli soprese, sia in ambito tecnico, sia nel comfort atteso dagli utenti.

Norme

Nel vasto panorama di norme tecniche e disposizioni legislative, i sistemi radianti sono suddivisi in due categorie:

  • Sistemi radianti annegati (a pavimento, parete e soffitto)
  • Sistemi radianti con intercapedine di aria (a soffitto oppure a parete)

Una ulteriore e successiva suddivisione a livello normativo riguarda l’applicazione dei sistemi radianti, ovvero una suddivisione tra norme di prodotto e norme di sistema. Lenorme di prodotto definiscono i requisiti e le prestazioni dei sistemi radianti che i produttori devono seguire. Le norme di sistema invece, sono utilizzate dai progettisti per la realizzazione dei calcoli e del dimensionamento; norme, quindi, che contengono le prescrizioni per l’utilizzo di sistemi radianti negli edifici.

Le principali normative di prodotto sono elencate di seguito:

UNI EN 1264 – Sistemi radianti alimentati ad acqua per il riscaldamento e il raffrescamento integrati nelle strutture. La norma è composta da 5 parti.

UNI EN 14037 – Pannelli radianti sospesi a soffitto per riscaldamento e raffrescamento alimentati con acqua a temperatura minore di 120°C. La norma è composta da 5 parti.

UNI EN 14240 – Ventilazione degli edifici – Soffitti freddi – Prove e valutazione (rating).
La norma specifica le condizioni e i metodi di prova per determinare la potenza frigorifera dei soffitti radianti in raffrescamento.

Le principali normative di sistema sono elencate di seguito:

UNI EN ISO 11855 – Progettazione dell’ambiente costruito – Progettazione, dimensionamento, installazione e controllo dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento radianti integrati. La norma è composta da 5 parti.

ISO 18566 – Building environment design – Design, test methods and control of hydronic radiant heating and cooling panel systems. La norma è composta da 4 parti. La norma ISO 18566 riguarda i pannelli radianti a soffitto composti da una parte attiva (elementi con tubazioni nelle quali circola acqua) e una intercapedine d’aria retrostante.

La norma UNI/TR 11619:2016 sulla classificazione dei sistemi radianti

Nel 2016 i nItalia è stata pubblicata la norma UNI/TR 11619:2016dal titolo “Sistemi radianti a bassa temperatura – Classificazione energetica”. La norma descrive il calcolo dell’indice di efficienza definito RSEE (Radiant System Energy Efficiency), che rappresenta un indicatore complessivo che coinvolge la stratigrafia, i componenti del sistema radiante, le logiche di regolazione e gli ausiliari. Oggetto della classificazione sono i sistemi radianti a bassa differenza di temperatura a pavimento, soffitto e parete in riscaldamento invernale.

La determinazione dell’indice globale RSEE prevede il seguente iter:

  1. Valutazione dell’efficienza di emissione
  2. Valutazione dell’efficienza di regolazione
  3. Valutazione del bilanciamento e dell’efficienza dei circolatori
  4. Calcolo dell’indice di efficienza globale del sistema RSEE
Efficienza energetica e sistemi radianti

Lo strumento più utilizzato in Italia per il calcolo delle prestazioni energetiche degli impianti. Questa specifica tecnica si applica a sistemi di nuova progettazione, ristrutturati o esistenti: per il solo riscaldamento, misti o combinati per riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria, per sola produzione acqua calda per usi igienico-sanitari, per i sistemi di sola ventilazione, per i sistemi di ventilazione combinati alla climatizzazione invernale, per i sistemi di illuminazione negli edifici non residenziali.

UNI/TS 11300-2:2014 -Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale, per la produzione di acqua calda sanitaria, per la ventilazione e per l’illuminazione in edifici non residenziali. Specifica i dati e i metodi di calcolo per la determinazione dei fabbisogni di energia termica utile per il servizio di produzione di acqua calda sanitaria, nonché di energia fornita e di energia primaria per i servizi di climatizzazione invernale e acqua calda sanitaria. La norma UNI/TS 11300 fornisce inoltre il metodo di calcolo per la determinazione del fabbisogno di energia primaria per il servizio di ventilazione e le indicazioni e i dati nazionali per la determinazione dei fabbisogni di energia primaria per il servizio di illuminazione in accordo con la UNI EN 15193.La specifica tecnica fornisce dati e metodi per il calcolo dei rendimenti e delle perdite dei sottosistemi di generazione alimentati con combustibili fossili liquidi o gassosi.

La nuova norma per gli installatori di impianti radianti

UNI 11741:2019 – Attività professionali non regolamentate – Installatori di sistemi radianti idronici a bassa differenza di temperatura – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza. La norma definisce i requisiti di conoscenza, abilità e competenza per gli installatori di sistemi radianti a bassa differenza di temperatura (sistemi a pavimento, parete e soffitto) abbinati a strategie di regolazione, sistemi di deumidificazione e ventilazione meccanica controllata. Detti requisiti sono specificati, a partire dai compiti e attività specifiche identificati, in termini di conoscenza, abilità e competenza in conformità al Quadro europeo delle qualifiche (European Qualifications Framework – EQF) e sono espressi in maniera tale da agevolare i processi di valutazione e convalida dei risultati dell’apprendimento.

Regole

Il benessere climatico

Negli ambienti domestici, all’interno dei luoghi di lavoro, nei locali pubblici, le persone gradiscono soggiornare mantenendo elevati standard di benessere. Questa sensazione di piacevole appagamento viene assicurata soltanto da una distribuzione uniforme delle temperature negli ambienti, garantendo il comfort ottimale per qualunque individuo (adulti, bambini, anziani) e in qualunque condizione climatica esterna. La soluzione tecnica più convincente e performante per raggiungere il più elevato livello di comfort è quella radiante. Attraverso lo scambio di energia tra le superfici (pavimenti – pareti – solai) e gli ambienti -principalmente per irraggiamento ed in minima parte per convezione- si ottiene quella gradevole condizione di benessere termico. Tutto ciò, in assenza di moti convettivi dell’aria, senza la necessità di corpi riscaldanti e con un sensibile risparmio energetico dovuto all’impiego di temperature d’esercizio più basse rispetto a impianti tradizionali.

I vantaggi dei sistemi radianti

In sintesi, ecco i principali vantaggi dei sistemi radianti installabili a pavimento, a soffitto oppure parete.

  • Assicurano comfort termico, uniformità di temperatura e assenza di correnti d’aria
  • Hanno un’emissione a bassa differenza di temperatura
  • Si integrano con pompe di calore e con caldaie efficienti
  • Si abbinano con i sistemi VMC garantendo un’elevata qualità dell’aria indoor
  • Hanno il più ampio ventaglio di adattabilità
  • Innalzano il valore commerciale e qualitativo dell’immobile
  • Migliorano la classe energetica dell’immobile
  • Riducono i consumi anche senza riqualificare l’involucro
  • Con un unico impianto si può riscaldare e raffrescare
  • Eliminano problemi di muffa e di condensa in casa
Le principali caratteristiche di un sistema radiante

L’irraggiamento – Lo scambio termico tra il corpo umano e l’ambiente è regolato mediante quattro meccanismi: irraggiamento, evaporazione, convezione e conduzione. In base al proprio bilancio termico, il nostro corpo percepisce la maggior sensazione di benessere quando può regolare almeno il 50% della sua emissione di calore attraverso l’irraggiamento. L’uniformità d’irraggiamento e la temperatura costante caratteristiche dei sistemi radianti a pavimento, permettono al nostro corpo di vivere l’ambiente nella migliore condizione di comfort termico.

Il beneficio energetico – Non c’è dubbio che si sia notevolmente innalzata la consapevolezza sul risparmio energetico ed il ruolo degli impianti di climatizzazione negli edifici diviene determinante se ci si pone l’obbiettivo di utilizzare il più possibile fonti energetiche alternative. Sotto questo profilo, i sistemi radianti sono la soluzione imprescindibile. La bassa temperatura del fluido circolante nelle serpentine rende i sistemi radianti perfettamente compatibili con tutta una serie di fonti d’energia: caldaie a condensazione, pompe di calore, pannelli solari termici, nonché sistemi di distribuzione del calore quali il teleriscaldamento ed il recupero di cascami di calore industriale. Questa eccezionale adattabilità, oltre ad essere un beneficio per l’ambiente, si traduce in un risparmio economico.

L’inerzia termica – L’utilizzo di pannelli isolanti di diverso materiale, spessore, forma e caratteristiche, sui quali vengono posate le tubazioni a “serpentina”, consente di avere una massa termica più prestazionale favorendo l’impianto di una maggiore flessibilità rispetto all’andamento delle condizioni climatiche esterne, riducendo gli effetti dell’inerzia termica.

Soluzioni

Sistemi applicabili in qualsiasi condizione e destinazione d’uso

La scelta del sistema radiante più idoneo, parte dalla diagnosi dell’edificio oggetto dell’intervento. In ragione dell’isolamento termico previsto o esistente, seguendo le esigenze di confort abitativo manifestate dagli utenti e calandosi nel progetto complessivo previsto per l’edificio, un sistema radiante di riscaldamento e raffrescamento offre molteplici opportunità e soluzioni. Innanzitutto il ventaglio completo di destinazioni d’uso degli edifici: residenziali, direzionali, commerciali, uffici e strutture pubbliche, strutture sportive, edifici per il culto, edifici storici. La straordinaria versatilità dei sistemi radianti si presta come ottima soluzione sia per gli edifici nuovi, sia per le riqualificazioni.

Il beneficio del raffrescamento radiante

Tenuto conto degli elevati livelli di comfort e di qualità richiesti oggi dagli utenti non va sottovalutato il problema del raffrescamento estivo ormai ritenuto necessario soprattutto nei paesi dell’area mediterranea. I sistemi radianti a bassa differenza di temperatura permettono di operare, nelle due fasi di riscaldamento e di raffrescamento, con temperature di mandata vicine a quelle dell’ambiente da climatizzare, determinando un’elevata qualità dell’ambiente interno unitamente ad un’elevata efficienza energetica.

La filosofia tecnologica Bampi
Aspetto tecnico

Le soluzioni impiantistiche proposte da Bampi, oltre ad essere supportate dalle competenze interne, tengono sempre conto dei dati forniti dal committente e dalle aspettative manifestate nella fase progettuale. Nulla è lasciato al caso. Ciò che si va a concretizzare è un percorso condiviso nel quale considerazioni, consigli e scelte portano a produrre un risultato sul quale deve essere raccolta la più ampia soddisfazione. Il metodo adottato permette di focalizzare gli obbiettivi che ispirano il progetto, conferendo estrema importanza al ruolo di ogni attore partecipe (progettista, costruttore, idraulico, tecnico competente, utente finale).

Aspetto durabilità

L’evoluzione e lo sviluppo delle materie prime utilizzate nella produzione dei vari prodotti che compongono il sistema radiante (tubazioni, collettori, valvole, etc.) e le relative tecnologie produttive, ispirano il percorso di ricerca della Bampi nella composizione di un pacchetto articoli che consenta di raggiungere sempre più elevati standard di qualità. Tutti i componenti a contatto con il fluido termovettore seguono processi di miglioramento volti ad ottenere livelli di permeabilità all’ossigeno uguali a zero, con l’intento di eliminare -per quanto possibile- il fenomeno della corrosione indotto dall’ossigeno.

Aspetto acustico

Sensibile e qualificata da oltre un ventennio a trattare la questione acustica nell’ambito dello scarico idrico, la struttura Bampi affronta il progetto del sistema radiante tenendo conto delle esigenze in materia d’impatto acustico. Il dimensionamento dell’impianto, considerate le partizioni strutturali in gioco (siano pavimenti, pareti o soffitti), viene realizzato coinvolgendo il tecnico acustico e -là dove esso non sia stato previsto- fornendo la più ampia consulenza in materia di benessere acustico all’interno degli ambienti. Si considerano rigidità dinamica dei supporti isolanti e dimensionamento fluidodinamico delle condotte.

Aspetto benessere

La soddisfazione dell’utente finale si raggiunge attraverso il concepimento della più opportuna gestione di regolazione dell’impianto: semplificata o evoluta, in funzione delle necessità dell’involucro e adeguandosi alle aspettative dell’utente. Il trattamento dell’aria negli ambienti con l’ausilio di deumidificatori con o senza integrazione, affiancati opportunamente da VMC con recuperatori di calore a flusso incrociato ad acqua/gas/geotermici, all’interno di un quadro progettuale capace di integrare risorse energetiche e richieste di “comfort living”, costituiscono i principi guida di ogni progetto radiante realizzato in Bampi.

Tipologie di sistemi radianti

Considerando le caratteristiche tecniche dei sistemi radianti e la loro eccezionale versatilità, si possono suddividere in 3 tipologie: a pavimento, a soffitto ed a parete. Possono presentarsi a basso e alto spessore, oppure ad alta e bassa inerzia. Anche nella loro installazione ed in relazione al le condizioni di cantiere, possono essere realizzati in opera oppure a secco.

Composizione delle soluzioni radianti a pavimento
  • Sistemi radianti a pavimento (irraggiamento dal basso verso l’alto) suddivisi in:
    • SISTEMI BUGNATI
    • SISTEMI PIANI
    • SISTEMI RETE/BINARIO
    • SISTEMI BASSO SPESSORE
  • Barriera al vapore ed eventuale strato di isolamento acustico 
  • Strati di isolamento termico 
  • Strato di protezione dello strato di isolamento
  • Tubazioni disponibili in PEXb/AL/PEXb – PEXc/EVOH/PEXc – PE/EVOH/PErt – PErt/EVOH/PEXa
  • Strato di ripartizione del carico statico e di diffusione del calore (strato di supporto – massetto realizzato in opera oppure a secco)
  • Rivestimento superficiale (con eventuale strato per la sua posa)
  • Altri componenti (strisce perimetrali, diffusori, ecc.).
Composizione delle soluzioni radianti a soffitto e parete
  • Sistemi radianti a soffitto/parete (Irraggiamento dall’altro verso il basso oppure dalla parete verso l’ambiente) suddivisi in:
    • CON TUBAZIONI multistrato 16×2
    • CON TUBAZIONI multistrato 10×1,3
  • Orditura metallica di supporto
  • Strati di isolamento termico che possono avere anche funzione acustica
  • Tubazioni (disponibili in PEXb/AL/PEXb oppure in PEx) inserite nelle lastre di supporto
  • Strato di supporto delle tubazioni (lastre in cartongesso)
  • Altri componenti (tubazioni di collegamento e raccordi)

Aria

Problemi

Come e cosa respiriamo in casa

Spesso sottovalutato, il problema dell’inquinamento ambientale è fondamentale per determinare il livello di benessere all’interno degli ambienti abitativi. I locali della nostra casa sono -è un dato di fatto- luoghi di proliferazione di muffe e batteri, nonché ricchi di altre sostanze nocive per la nostra salute. La convivenza con questi fenomeni deve destare preoccupazione perché forieri di conseguenze serissime (soprattutto per la salute); molto spesso presi in considerazione solamente quando hanno raggiunto un livello tale di gravità da aver già prodotto conseguenze negative e richiedere pesanti interventi risolutivi. La qualità ed il controllo dell’aria che respiriamo in casa, quindi, sono imprescindibili, insieme ad altri fattori che ovviamente concorrono alla qualità del clima domestico come le temperature e i cattivi odori.

L’origine e le conseguenze del problema

Il fenomeno di diffusione della muffa in casa è legato principalmente al mancato ricambio d’aria indoor. Areare correttamente e frequentemente un ambiente, impedisce il formarsi di muffa. Altri fattori, però, come l’umidità e il calore eccessivi, possono favorire la formazione di muffa. La formazione di umidità e muffe in casa è un problema che può presentarsi per svariati motivi, come la presenza di ponti termici o un’eccessiva umidità ambientale. Si manifesta con chiazze sui muri o danni agli intonaci. Il problema dell’umidità nelle abitazioni non è solo estetico, infatti umidità e muffa sono un potenziale pericolo per la salute di chi vive in casa.

La scienza, infatti, ha dimostrato che l’esposizione alle muffe e all’umidità in casa si associa alla maggiore presenza di sintomi respiratori, asma e danni funzionali respiratori. Lo stesso Ministero della Salute italiano, riferisce che i risultati complessivi di studi su bambini di 6-12 anni hanno confermato la relazione tra la muffa visibile e la tosse notturna e diurna dei bambini e, nelle famiglie più affollate, la relazione con asma e sensibilizzazione ad allergeni inalanti.

Le patologie riconducibili alla presenza di muffa e quindi di spore disperse in aria sono:
  • Allergie respiratorie: la reazione allergica respiratoria può manifestarsi con rinite, tosse, raffreddore congiuntivite.
  • Rinite allergica (raffreddore allergico o raffreddore da fieno): si manifesta come infiammazione e congestione delle vie nasali, irritazione oculare, tosse, stanchezza e mal di testa.
  • Asma: una malattia potenzialmente grave che si manifesta con intensa respirazione e sensazione di soffocamento.
  • Congiuntivite: si manifesta con palpebre rosse ed infiammate e lacrimazione abbondante.
  • Affaticamento fisico: cioè dolori e rigidità muscolare, dolori alle articolazioni, sensazione di affaticamento, stanchezza e debolezza.
  • Dermatiti: problemi dermatologici come desquamazione della pelle, eruzioni cutanee e prurito.

Difficoltà di concentrazione: risulta più difficile concentrarsi, con possibili effetti negativi sulla memoria, vertigini e mal di testa.

A proposito dell’aerazione forzata in un bagno cieco

Si parla di aerazione forzata soprattutto per i bagni, tanto più se questi locali non hanno finestra.
Esistono, nei casi di costruzione o ristrutturazione dei bagni, delle normative create ad hoc che stabiliscono le regole per la corretta progettazione e installazione. L’articolo 7 del Decreto Ministero della Sanità 1975, dispone che “la stanza da bagno deve essere fornita di apertura all’esterno per il ricambio dell’aria o dotata di impianto di aspirazione meccanica.”
I Regolamenti Edilizi e i Regolamenti d’Igiene, completano il quadro normativo grazie a dei dispostivi specifici dedicati proprio all’igiene edilizia. In linea generale, con l’impiego di apparecchi per la ventilazione forzata, deve essere assicurato un coefficiente di ricambio minimo d’aria di 6 volumi/ora, se l’apparecchio è sempre attivo, oppure di 12 volumi/ora se in aspirazione forzata intermittente a comando automatico adeguatamente temporizzato per assicurare almeno 3 ricambi per ogni utilizzazione dell’ambiente. È possibile installare un sistema di VMC dotato di ventole per l’aerazione forzata che consentono di gestire correttamente il ricambio d’aria negli ambienti.

I vantaggi dell’aspirazione bivalente odori/vapori

In alternativa alla ventola di aerazione direttamente collegata al sistema di VMC, la soluzione ideale ed innovativa, è dotare il bagno di un aspiratore bivalente direttamente collegato al tubo di cacciata della cassetta di risciacquo wc. In questo modo sarà possibile ottenere un’estrazione più puntuale e diretta, sia dei vapori generati con l’utilizzo di acqua calda sanitaria, sia degli odori generati nell’espletamento delle funzioni corporali.

Norme

  • UNI EN 13141-8:2014 Norma per la Ventilazione Edifici (Doppio flusso)

Definisce i metodi di prova in laboratorio e i requisiti di prova per la verifica delle prestazioni aerodinamiche, termiche ed acustiche, e la potenza elettrica di una unità ventilazione meccanica di immissione ed estrazione non-canalizzata utilizzata in un ambiente singolo. Lo scopo della presente norma europea non è quello di valutare la qualità della ventilazione, ma di sottoporre a prova le prestazioni delle apparecchiature. 

  • UNI EN 13141-11:2015 Norma per laVentilazione Edifici (Mono Flusso)

Stabilisce le regole di verifica dei sistemi di ventilazione a pressione positiva mono flusso. Specifica le misurazioni delle prestazioni aerodinamiche, acustiche e di potenza elettrica in condizioni di prova per le unità di ventilazione canalizzate/non canalizzate, operanti in continuo in locali singoli o in alloggi nella ventilazione residenziale. 

  • UNI EN 13142:2013 Norma per la Ventilazione degli Edifici

Specifica le caratteristiche di prestazione dei componenti/prodotti che possono essere necessarie per la progettazione e il dimensionamento dei sistemi di ventilazione residenziale al fine di assicurare predeterminate condizioni di comfort di temperatura, velocità dell’aria, umidità, igiene e rumore nella zona occupata.

  • UNI 10339:1995 Norma per la Ventilazione degli Edifici (Doppio Flusso)

Fornisce una classificazione degli impianti, la definizione dei requisiti minimi e i valori delle grandezze di riferimento durante il funzionamento. Si applica agli impianti aeraulici destinati al benessere delle persone, comunque installati in edifici chiusi, con esclusione: 

-degli impianti per la climatizzazione invernale degli edifici adibiti ad attività industriale o artigianale; 

-degli impianti destinati a scopi diversi, per esempio quelli per la conservazione di prodotti deteriorabili e/o per la realizzazione di condizioni adatte a particolari lavorazioni industriali (impianti di processo); 

-degli impianti di solo riscaldamento invernale e raffrescamento estivo senza immissione di meccanica di aria esterna.

  • ASHRAE 62.1/62.2:2019 American Society of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers

Sono gli standard riconosciuti per la progettazione del sistema di ventilazione e la qualità dell’aria interna accettabile (IAQ). Ampliati e rivisti per il 2019, entrambi gli standard specificano i tassi di ventilazione minimi e altre misure per ridurre al minimo gli effetti negativi sulla salute degli occupanti.

Regole

Come funziona la VMC

La VMC Ventilazione Meccanica Controllata, secondo ASHRAE 62.1-2020 viene definita come “il processo di immissione e/o estrazione d’aria e/o verso un ambiente confinato con lo scopo di controllare i livelli di inquinante, l’umidità o la temperatura”. Per un edificio residenziale, l’impianto di VMC è quel sistema dedicato al ricambio d’aria continuo che deve fornire nuova aria pulita. Ecco, in sintesi, come funziona! Un ventilatore con recupero di calore a ridotto consumo elettrico immette costantemente nuova aria in casa, prelevandola dall’esterno, filtrandola, e rimuovendo pollini e inquinanti. Oltrepassato lo scambiatore di calore, la nuova aria pulita viene canalizzata su tutta l’abitazione tramite tubazioni o condotti ed immessa nei singoli ambienti per mezzo delle bocchette. L’immissione di aria fresca si colloca tendenzialmente in locali della casa dove l’uomo svolge attività come il soggiornare e il riposare, quindi zone giorno e zone notte. In queste stanze (soggiorni e camere da letto) i principali inquinanti dell’aria sono CO2 e vapore acqueo in concentrazioni standard. L’estrazione dell’aria esausta ed insalubre si prevede invece nei locali in cui le attività svolte dalle persone (cucinare, lavarsi, lavare i panni) comportano una maggiore produzione di vapore acqueo, CO2, e odori. Quindi, prevalentemente cucine e bagni. L’aria estratta passando lo scambiatore di calore cede la sua temperatura prima di essere espulsa all’esterno, in questo modo l’aria nuova e sana che entra, guadagna calore. Questo processo di scambio e recupero di calore contribuisce sensibilmente al contenimento delle spese per mantenere riscaldata la casa. Il sistema VMC è studiato per fornire una ventilazione bilanciata e continua, riducendo i consumi attraverso un elevato recupero energetico (stimato addirittura al 90%), evitando l’apertura delle finestre o l’uso di piccoli apparecchi per l’estrazione.

Tipologie di impianti di VMC

I sistemi di VMC si possono suddividere in due categorie, decentralizzati e centralizzati. Per Bampi non è importante valutare quale sia il sistema migliore, ma promuovere la conoscenza e consapevolezza sul tema della ventilazione degli ambienti domestici. Attualmente, nel catalogo IMPIANTI MECCANICI di Bampi sono presenti soluzioni che appartengono a sistemi VMC centralizzati con adozione dello scambiatore di calore.

Caratteristiche di un impianto centralizzato di VMC

Un sistema VMC a doppio flusso comporta lavori invasivi di installazione, quindi va considerato nel caso di nuove edificazioni oppure in interventi di ristrutturazione edilizia che permettano di realizzare tracce in solai e pareti o comunque (nel caso di tamponamenti con cartongesso) di avere a disposizione volumi per il transito di condotti e l’incasso di griglie e bocchette. La VMC centralizzata a doppio flusso funziona con canalizzazioni indipendenti: una linea dedicata alla mandata di aria nuova e l’altra destinata alla ripresa dell’aria esausta ed insalubre.

I vantaggi della VMC centralizzata
  • Ricambio d’aria continuo ed esteso a tutta la casa
  • Clima costantemente salubre negli ambienti domestici
  • Uniformità e bilanciamento (equivalenza delle portate di immissione e di estrazione) evitando di mettere in pressione o depressione zone della casa
  • Raggiungimento delle portate d’aria necessarie per soddisfare le condizioni ideali di temperatura e umidità
  • Unica macchina da manutenere
  • Elevata resa energetica
  • Ridotti consumi elettrici
  • Silenziosità
  • Possibilità d’integrazione con impianti di condizionamento in accoppiamento a pompe di calore 
  • Miglioramento del bilancio energetico globale dell’edificio in affiancamento a macchine di condizionamento per la movimentazione dell’aria con funzioni di raffrescamento/riscaldamento in pompa di calore
Il ruolo fondamentale del recuperatore di calore

Un impianto VMC a doppio flusso trova il massimo della sua efficienza quando è abbinato a un recuperatore di calore, cioè una macchina che consente di preriscaldare l’aria nuova in ingresso assorbendo il calore dall’aria in uscita. Parliamo di uno scambiatore di calore a flussi incrociati; ovvero, si recupera l’energia contenuta nell’aria estratta dalla casa e la si trasferisce all’aria immessa dall’esterno. In questo modo è possibile ridurre i consumi energetici dell’edificio.

Soluzioni

Per regolare il livello di umidità indoor e quindi ostacolare la formazione della muffa ed evacuare sostanze nocive dagli ambienti, nonché evacuare odori e vapori dal bagno, è necessario ricambiare l’aria interna in modo efficace e continuo. Per un corretto ricambio d’aria sarebbe necessario spalancare le finestre almeno una volta all’ora. Tale pratica, purtroppo, è difficilmente perseguibile per una serie di fattori:

  • notevole impegno dell’utente
  • limitazione della privacy
  • dispersione termica 
  • introduzione di rumori 
  • ingresso di inquinanti
  • ingresso di insetti e pollini 

La soluzione ideale è l’installazione di un sistema di Ventilazione Meccanica Controllata, in grado di ricambiare continuamente l’aria in ambiente indoor. La VMC centralizzata è quel sistema con cui puoi gestire il ricambio d’aria in modo intelligente, soprattutto con le tecnologie attualmente disponibili. Una casa di nuova edificazione con un buon livello di classificazione energetica ed acustica è ermetica. Ai fini del risparmio energetico e dell’isolamento acustico si prevedono in fase di progettazione e di costruzione soluzioni che eliminino tutti i ponti termici e acustici. In una condizione simile i gradienti termici e gli spifferi naturali non esistono e quindi c’è il concreto rischio di vivere un ambiente malsano con aria inquinata.

E per l’estrazione di odori e vapori dai bagni?

Bampi propone un apparecchio innovativo capace di garantire una puntuale e immediata espulsione degli odori e vapori generati nell’utilizzo dei sanitari presenti in un bagno. SNIF è un aspira odori/vapori direttamente collegato alla cassetta di risciacquo wc. Il suo impiego garantisce un’estrazione rapida ed efficace evitando all’utente l’apertura della finestra per areare. Questa soluzione tecnica si presenta come un vantaggio perché riduce le dispersioni termiche favorendo il corretto e sano funzionamento di un impianto VMC. Altresì, SNIF appare utilissimo nelle condizioni di bagni ciechi, ovvero in assenza di finestra.

Componenti del sistema VMC centralizzato a doppio flusso

Vediamo in breve sintesi quali sono i componenti principali del sistema VMC proposto da Bampi, suggerendovi di approfondire l’argomento attraverso la consultazione di schede e manuali tecnici nell’area download di questo sito.

Recuperatori di calore centralizzati a doppio flusso

Il recuperatore di calore, pesca l’aria all’esterno e la filtra prima di immetterla all’interno dell’abitazione tramite le canalizzazioni. La stessa macchina gestisce in sincrono l’espulsione dell’aria viziata dall’ambiente indoor smaltendo il vapore acqueo ed espellendo anidride carbonica e microinquinanti volatili. La taglia dei recuperatori di calore per VMC varia a seconda della superficie (e del volume) dell’abitazione nella quale si effettua il ricambio d’aria. Le macchine hanno differenti caratteristiche e prestazioni in ragione della loro destinazione di utilizzo.

Condotto rigido antibatterico insonorizzato per la canalizzazione dell’aria

La qualità dell’aria trasportata e l’efficienza di un sistema VMC sono determinate anche dalla tipologia di tubazioni utilizzate per la distribuzione dell’impianto. Inoltre, c’è anche un aspetto non indifferente, legato all’impatto acustico che tale impianto può avere sul comfort abitativo. Per tali ragioni Bampi propone per questo ambito impiantistico, l’utilizzo del sistema insonorizzato POLO-KAL NG, capace di offrire un ventaglio di diametri da 32 a 250 millimetri con un’ampia gamma di figure e raccordi. Inoltre, in via del tutto esclusiva per il mercato idrotermosanitario, possono essere realizzati in fabbrica, pezzi ad hoc per assicurare la piena compatibilità di gradazioni e diametri, soprattutto in particolari condizioni di cantiere. Il sistema POLO-KAL NG per la VMC consente la posa in tutte le condizioni impiantistiche: ancorata a soffitto, annegata nel solaio o in platea.

Condotto flessibile antibatterico insonorizzato per la canalizzazione dell’aria

A completamento della gamma VMC viene proposto un condotto flessibile realizzato in polimero strutturato in doppia parete, esterna corrugata di colore BLU POLO-KAL NG ed interna liscia trasparente, idoneo per essere incassato nelle murature, nei solai e nelle strutture in cartongesso. Ovviamente il tubo corrugato e perfettamente compatibile al sistema rigido di tubi e raccordi POLO-KAL NG.

Plenum

Tra i plenum, Bampi propone a catalogo tre differenti soluzioni, a seconda delle opportunità impiantistiche:

  • PLENUM di mandata in acciaio zincato
  • PLENUM di mandata in acciaio zincato componibile e reversibile
  • PLENUM di mandata in Polipropilene rinforzato serie insonorizzata POLO-KAL NG
Bocchette

Gamma di bocchette in alluminio estruso anodizzato naturale verniciabile, installabili sia a parete, sia a soffitto, comprensive di serranda di taratura e plenum porta-bocchetta zincato.

Griglie

Griglie di ripresa in alluminio estruso anodizzato naturale verniciabile, installabili sia a parete, sia a soffitto, comprensive di filtro in fibra acrilica in Classe G3 e telaio di fissaggio/estrazione.

Regolazione

Problemi

L’evoluzione digitale e la diffusa connettività alla quale siamo abituati, ci ha portato a nutrire esigenze sempre più particolareggiate e complesse per il nostro living quotidiano. Al tempo stesso è fortemente accresciuto il nostro sentimento ecologista e la casa piano piano è divenuta il contesto nel quale misurare direttamente la salvaguardia dell’ambiente e della salute umana, attraverso il risparmio idrico, il risparmio energetico, la riduzione dei consumi, il controllo della salubrità dell’aria, la scelta di materiali ecocompatibili.

Ma come possiamo fare per gestire tutto questo?

L’evoluzione della tecnologia impiantistica applicata agli edifici, ha permesso di disporre di materiali, sistemi e soluzioni capaci di regolare, controllare e gestire molti impianti indoor presenti nelle nostre abitazioni. Insieme alla qualità dell’isolamento termoacustico dell’involucro dell’edificio, è fondamentale comprendere quanto incida il peso energivoro degli apparecchi presenti in un’abitazione e in quale modo l’utente sia in grado di gestirli e personalizzarli secondo le proprie abitudini di living. Facciamo l’esempio di un sistema di riscaldamento a pavimento. È certamente una scelta energeticamente più favorevole rispetto ad un sistema di riscaldamento più tradizionale con radiatori a parete. Ma se zona giorno e zona notte sono gestite soltanto da 2 termostati (magari analogici), è chiaro che la possibilità di personalizzazione per i differenti utenti all’interno dell’abitazione, sarà piuttosto limitata.

Progettare gli scenari per avere libertà e piena consapevolezza sui consumi energetici

Pensando al progetto di una nuova abitazione oppure misurandoci con un intervento di ristrutturazione impiantistica, dovremo comunque affrontare la distribuzione degli ambienti e la suddivisione dello spazio abitativo, consapevoli che dovranno essere riscaldati, raffrescati, arieggiati, insonorizzati. E tutto questo dovrà trovare il corretto equilibrio (o compromesso) tra il nostro desiderio estetico, i vincoli progettuali e tecnici, i bisogni funzionali e le esigenze di comfort abitativo. Se non rappresenteremo tutti gli scenari possibili di questa nuova “dimensione dell’abitare” potremmo perdere la vera opportunità di benessere che soltanto casa nostra può offrirci, tutti i giorni e continuativamente.

La gestione smart dell’edifico è la risposta!

Attraverso l’acronimo B.A.C.S. (Building Automation and Control Systems) si definiscono tutti quei sistemi di gestione intelligente. Già dal 2010 la Comunità Europea ha promosso le direttive per l’introduzione, progettazione e installazione di sistemi intelligenti per la regolazione ed il controllo degli impianti tecnici e i paesi membri, tra cui l’Italia, negli ultimi anni hanno sostenuto queste soluzioni attraverso forti incentivi fiscali. Insomma, tecnologia e politica, hanno tracciato il percorso virtuoso e oramai pratico per realizzare l’efficientamento energetico di tutti i prossimi edifici, nonché la possibilità di intervenire su quelli esistenti e assai vetusti. Anzi, proprio sugli edifici molto energivori, l’incentivo è divenuto più importante e consistente.

Norme

La legislazione europea sul E.P.B.D. (Energy Performance of Buildings)

In materia di efficienza energetica, in Europa è stata emanata la direttiva E.P.B.D. 2010/31/EU e il suo aggiornamento 2018/844; due specifiche che puntano ad incentivare l’uso dei sistemi B.A.C.S. (Building Automation and Control Systems)

In particolare, l’Articolo 8, comma 1 del E.P.B.D. 2010/31/EU recita: “Al fine di ottimizzare il consumo energetico dei sistemi tecnici per l’edilizia, gli Stati membri stabiliscono requisiti di impianto relativi al rendimento energetica globale, alla corretta installazione e alle dimensioni, alla regolazione e al controllo adeguati degli impianti tecnici per l’edilizia installati negli edifici esistenti…”

Anche nell’Articolo 8, comma 2 del E.P.B.D. 2010/31/EU si enuncia che: “Gli Stati membri promuovono l’introduzione di sistemi di misurazione intelligenti quando un edificio è in fase di costruzione o è oggetto di una ristrutturazione importante […]. Gli Stati membri possono inoltre promuovere, se del caso, l’installazione di sistemi di controllo attivo come i sistemi di automazione, controllo e monitoraggio finalizzati al risparmio energetico…”

In Italia è in vigore la Legge 90

In Italia la norma in vigore sull’efficienza energetica è la Legge 90/2013. Questa legge, accompagnata dal relativo decreto attuativo D.M. 26-06-2015 (Decreto Requisiti Minimi), impone per i nuovi edifici ad uso non residenziale un livello minimo di automazione. Si tratta di attivare procedure di automazione relative al controllo, la regolazione e la gestione delle tecnologie dell’edificio nonché degli impianti termici. I sistemi di automazione impiegati devono essere almeno corrispondenti alla classe B della EN 15232-1:2017. Anche per le riqualificazioni energetiche su edifici esistenti non residenziali, la legge obbliga l’installazione di un sistema di gestione automatica degli impianti conforme alla classe B della EN 15232.

Direttiva Europea ErP 2009/125/CE sull’etichettatura energetica degli apparecchi

Entrata ufficialmente in viogre anche in Itali il 26 settembre 2015, La Direttiva ErP (Energy related Products) fornisce a livello europeo i requisiti di eco-compatibilità al fine di migliorare le prestazioni ambientali dei prodotti che fanno uso di energia; già dalla fase della progettazione, i produttori devono attenersi ai requisiti specifici per incrementare l’efficienza energetica dei prodotti e ridurre il loro l’impatto negativo sull’ambiente. La Direttiva ErP fornisce indicazioni generali e misure specifiche per tipologia di prodotto e ne copre l’intero ciclo di vita:

  • Scelta e acquisizione di materie prime
  • Produzione
  • Trasporto e commercio
  • Uso e manutenzione

L’etichetta energetica permette all’utente di identificare facilmente il livello di efficienza di un prodotto. La conformità ai requisiti della direttiva ErP dell’Unione Europea è obbligatoria per tutti i prodotti importati, commercializzati o venduti nell’UE che consumano energia oltre a quelli connessi all’utilizzo di energia. I prodotti con il marchio CE si presumono conformi ai requisiti della Direttiva ErP così come alle esigenze di tutte le altre direttive applicabili (come la direttiva EMC, la direttiva RoHS e la direttiva sulla bassa tensione), garantendo così l’accesso legale al mercato di tutti gli Stati membri dell’UE.

Regole

Anche e soprattutto nel caso di un sistema di controllo, gestione e programmazione degli impianti indoor di un edificio, è di fondamentale importanza concepire un progetto integrato. La tecnologia disponibile oggi ci consente di realizzare un sistema intelligente di telegestione che offre all’utente molteplici opportunità, sia in ambito di benessere abitativo, sia in ambito di risparmio energetico. Chiaro è che in fase di progettazione e posa degli impianti di un edificio, sia necessaria la completa interazione tra le risorse professionali in campo, con la condivisione continua del committente e/o dell’utente.

Cosa significa controllare gli impianti in remoto

La disponibilità H24 di device (Smartphone / Laptop / Tablet) tra le nostre mani, ci consente non solo di comunicare, condividere, lavorare e gestire il nostro tempo libero, ma ci offre la possibilità di controllare e gestire quanto accade nella nostra casa. Ci permette di migliorare ed adeguare il comfort alle nostre esigenze. Ecco quali sono le principali funzioni di un controllo in remoto:

  • Completa programmazione e gestione del comfort climatico
  • Manutenzione predittiva di guasti e malfunzionamenti con allarmi e segnalazioni in tempo reale prima che il problema si verifichi
  • Risparmio in termini di tempo/distanza da parte dei manutentori grazie al controllo e alla gestione remota dei sistemi centralizzati; possono infatti essere gestiti direttamente dall’ufficio senza spostarsi per recarsi sul luogo degli impianti.
  • Efficienza energetica ottenuta grazie alle più innovative tecnologie di auto-apprendimento, riduzione degli sprechi ed efficientamento degli edifici
Che cosa sono i BACS e come si classificano

Con il termine BACS (Building & Automation Control System), vengono indicati gli strumenti di automazione e regolazione intelligente che permettono di “controllare” e rendere automatiche alcune operazioni all’interno di un edificio, consentendo al contempo una riduzione dei consumi energetici complessivi. I BACS agiscono in maniera attiva sul fabbisogno energetico perché adattano la regolazione degli impianti tecnologici in funzione delle condizioni climatiche esterne, con lo scopo di ottimizzare il consumo energetico senza dimenticare il comfort di chi nell’edificio effettivamente ci abita o ci lavora.

Come si comporta SMARTOUCH di Bampi

Godere del benessere all’interno di un ambiente (quale che sia la sua destinazione: domestica, professionale, svago) significa avere la libertà di poterne gestire il funzionamento con semplicità. Il sistema SMARTOUCH concepito da Bampi aiuta a gestire tutti gli elementi funzionali che concorrono al comfort abitativo, quali: il riscaldamento, il raffrescamento, la deumidificazione, l’umidificazione, l’integrazione, la VMC (Ventilazione Meccanica Controllata), l’impianto solare, il ricircolo sanitario e l’estrazione di vapori e odori. Studiato per integrarsi con i sistemi radianti a pavimento, parete e soffitto, il sistema SMARTOUCH è dotato di sensori e termostati touch di ridottissimo ingombro, costruiti dentro il frutto originale della serie civile desiderata, che si integrano quindi perfettamente nel design di tutte le placche delle serie elettriche civili da incasso (BTicino, Vimar, Gewiss, AVE, ABB, etc).

SMARTOUCH e l’etichettatura energetica

L’obbligo imposto dai regolamenti Europei sull’Etichettatura Energetica dei prodotti determina che i “DISPOSITIVI DI CONTROLLO E REGOLAZIONE” inseriti in sistemi di climatizzazione ambientale devono essere forniti, all’atto della vendita, comprensivi di una scheda tecnica di prodotto dove viene indicato oltre agli estremi del fornitore, la specifica e chiara descrizione del prodotto, il riferimento all’applicazione delle Norme armonizzate e non [anche alla Classe del dispositivo (da 1 a 8)], ed il contributo in % (da 1 a 5) che determina l’apporto maggiorativo nella classificazione del sistema realizzato o che si andrà a realizzare.

tabella classi efficienza energetica smartouch

Soluzioni

Il vantaggio delle detrazioni fiscali

La legge di bilancio in vigore consente importanti detrazioni a traino degli ECOBONUS. La stessa detrazione del 65% in vigore da qualche anno è stata prorogata. Si tratta della detrazione prevista sulle spese sostenute per la riduzione del fabbisogno energetico negli edifici. Pertanto le spese sostenute per il miglioramento termico dell’edificio (ad esempio: coibentazioni, pavimenti e finestre), l’installazione di pannelli solari e la sostituzione degli impianti di riscaldamento. In particolare la legge riporta la definizione di: “Installazione di sistemi di termoregolazione evoluti, appartenenti alle classi V, VI oppure VIII della comunicazione della Commissione 2014/C 207/02.”.

La filosofia progettuale di SMARTOUCH

Il principio ispiratore che sta alla base del sistema SMARTOUCH è quello di offrire all’utente -in modo semplice, rapido ed intuitivo- la possibilità di gestire con un’unica interfaccia: 

  • Riscaldamento
  • Raffrescamento
  • Deumidificazione
  • Umidificazione
  • Integrazione
  • VMC Ventilazione Meccanica Controllata
  • Estrazione
  • Impianto solare
  • Ricircolo sanitario

L’ambiente nel quale si vive, si lavora o ci si rilassa, si adegua alle nostre preferenze e alle nostre abitudini, attraverso un controllo intelligente, puntuale e flessibile. La tecnologia digitale “Touch” ha caratterizzato l’evoluzione della comunicazione contaminando sempre più la nostra vita quotidiana, integrandosi nella gestione degli impianti tecnologici progettati per gli edifici. SMARTOUCH significa disporre di un’infinità di canali di gestione, attraverso dispositivi che rimangono completamente nascosti (sensori di temperatura ambiente, termostato, termostato umidostato, display touch-screen a colori) essendo alloggiati all’interno della scatola incasso 503, nei tappi copriforo originali della serie civile scelta dall’utente.

schema gestione impianti indoor smartouch
La componentistica del sistema SMARTOUCH

Il sistema SMARTOUCH è stato concepito per essere implementato in un quadro elettrico DIN con un ridotto numero di accessori. Attraverso questa dotazione applicata ai sistemi di climatizzazione, sia radianti che tradizionali, siamo in grado di coprire tutte le esigenze impiantistiche ai fini del benessere, a partire dal piccolo appartamento sino al condominio pluri-utenza, oppure all’edificio di indirizzo terziario, industriale, pubblico, alberghiero, ospedaliero.

Completa adattabilità estetica – I sensori del sistema sono costruiti all’interno del tappo copriforo originale della serie civile scelta dall’utente.

A completamento dei sistemi SMARTOUCH vengono forniti all’installatore:
  • Layout dei cavidotti su planimetria dell’abitazione degli elementi in campo fino all’UCR
  • Schema elettrico del sistema con le nomenclature dedicate dei locali associate ai materiali in campo
  • Programmazione e collaudo in sede del sistema a progetto con verifiche di funzionamento
  • Assistenza telefonica con funzionario tecnico supervisore
  • Assistenza telematica con connessione LAN/SIM per la diagnosi del sistema